martedì 26 aprile 2016

Un libro che ti fa venire voglia di essere l'eroe --> Il bambino con il pigiama a righe, John Boyne


Volevo leggere Il bambino con il pigiama a righe sin da quando ho visto il film, anche perché di solito amo i libri dove viene trattato l'argomento del nazismo, però questo mi ha lasciato perplessa. 

Il libro è ambientato in Germania durante la seconda guerra mondiale, mentre venivano creati i primi campi di concentramento. 
Il protagonista è un bambino tedesco di 9 anni, Bruno, al quale viene stravolta la vita. A causa del lavoro del padre, che è un'importante ufficiale del Führer, la sua famiglia deve trasferirsi da Berlino ad Auschwitz. Il protagonista non è per niente entusiasta di questo cambiamento, soprattutto visto che lui non è conoscenza di cosa sta succedendo. 
Un giorno, dalla finestra della sua camera, il bambino vede che vicino alla sua nuova casa c'è un campo dove lavorano delle persone e allora decide di andare in esplorazione. Quando arriva vicino al campo, che è circondato da del filo spinato, incontra un bambino, Shmuel, che si trova dall'altra parte della recinzione. Il bambino ha la sua stessa età e, nonostante sia ebreo, i due stringono una forte amicizia e Bruno, per la prima volta da quando si è trasferito, è veramente felice. 
I due si incontrano sempre nello stesso posto per circa un anno, ma loro amicizia viene messa alla prova dagli avvenimenti che li circondano e niente andrà come loro si aspettano. 


Pagina dopo pagina, questo libro mi ha lasciato sempre con più rabbia e stupore. Volevo leggerlo per sentirmi un'eroina, ma non è stato così. Il romanzo ha, secondo la mia opinione, tantissimi aspetti negativi ed è assente un vero e proprio significato nascosto. Molto probabilmente, non riuscirò a dare un'opinione del tutto chiara.
L'autore voleva descrivere non solo lo sterminio che si stava verificando in quel periodo, ma anche un'amicizia profonda che non era destinata a nascere. Questi concetti potenti sono stati scritti in un modo trasandato, usando un linguaggio troppo semplice e ripetitivo
Iniziamo con il prendere in considerazione Bruno, il bambino protagonista. La sua ignoranza è stata resa in modo esagerato ed è infondata per un bambino tedesco di 9 anni. Infatti, in quel periodo esisteva tantissima propaganda e sembra impossibile che lui non sapesse nulla di ciò che stesse succedendo in Germania, arrivando addirittura a usare termini come Furio al posto di Führer e Auscit al posto di Auschwitz. 
I buchi nella narrazione sono numerosi. È, inoltre, impossibile che Bruno e Shmuel siano riusciti ad incontrarsi per così tanto tempo senza che nessuna guardia se ne accorgesse. 
Infine, il linguaggio usato non ha fatto altro che enfatizzare l'odio tra gli ebrei e i nazisti e nemmeno l'innocenza di due bambini è riuscita a prevalere. 
Questo è uno dei pochi casi in cui ho preferito la versione cinematografica al libro. 
Se cercate un libro dove viene data una versione leggermente diversa della Shoah, questo libro è perfetto per voi. 

Stelle: 2/5
Totale libri letti: 20

Buona lettura!

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