venerdì 22 aprile 2016

Una tragedia di Shakespeare --> Amleto


Questo è la terza opera che recensisco di William Shakespeare quest'anno, perché ho deciso di dedicargli uno spazio abbastanza grande nelle mie letture. Non avendolo mai letto, mi sentivo come se stessi perdendo qualcosa e questo è stato un modo per riempire i "buchi" letterari che, molto probabilmente, avevo.

La vicenda è ambientata in Danimarca e tratta principalmente il tema della vendetta.
Tutto inizia con la comparsa di uno spettro che avviene da alcuni giorni. Orazio, l'amico del principe Amleto, è il primo ad accorgersi della somiglianza tra lo spetto e il sovrano deceduto due mesi prima.
È questo spettro che comunicherà al protagonista che è stato ucciso dal fratello Claudio, il quale ha usurpato il trono e sposato la regina vedova.
D'ora in poi Amleto inizierà a meditare vendetta e ritiene che il modo di ottenerla è facendosi credere pazzo. Tutti iniziano a preoccuparsi per il principe e cercano di fare qualsiasi cosa per aiutarlo, assumendo anche una compagnia di attoria per rallegrarlo. Amleto poi si allea con questa compagnia per rappresentare una scena dove viene descritto un omicidio simile a quello commesso dall'attuale re di Danimarca. Quest'ultimo interrompe la rappresentazione e questa è la prova della sua colpevolezza che aspettava Amleto.
La tragedia continua, ma i piani del principe non vanno come da lui programmati.


Questa è un'altra opera di Shakespeare nella quale non si può notare con estrema chiarezza la sua abilità. Oltre ad essere la sua opera più lunga è anche quella nella quale ha raggiunto un elevato livello, in quanto i suoi dialoghi hanno un significato molto più intenso.
Amleto ha una fama che lo precede e tutti sono a conoscenza di una delle frasi più celebri di quest'opera:

"Essere o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa fortuna 
o prendere le armi contro un mare di affanni 
e, contrastandoli, porre loro fine."

Una delle mie scene preferite è quella della rappresentazione teatrale nell'Atto III. Ho amato come sia riuscito a narrare una rappresentazione dentro una rappresentazione e come questi due mondi si fondino come uno solo, continuando in una linea narrativa unica.
Nonostante molti aspetti positivi, stilistici e non. di quest'opera, io non l'ho apprezzata particolarmente, soprattutto per via della figura di Amleto.
Ho trovato il protagonista troppo avventato, insicuro ed egoista. Ha posto i sui obiettivi e il suo benessere prima di tutto e tutti, non curandosi minimamente delle conseguenze. Inoltre avrebbe potuto avere questa tanto agognata vendetta verso Claudio andando direttamente nella sua stanza e uccidendolo, senza dover pianificare ogni minimo dettaglio che poi ha portato al sacrificio di innumerevoli vite. Ha esagerato in qualsiasi atteggiamento da lui compiuto, forse perché io l'ho visto come un codardo. Tutto ciò che gli è capitato è stato creato da lui stesso, perché ha plasmato il suo destino.
Anche se la mia recensione questa volta non è positiva, penso che sia inevitabile non affermare che è uno degli esempi più chiari del talento di Shakespeare e un pezzo iconico della letteratura britannica.
Se cercate una tragedia che raggiunge dei limiti inverosimili ma che è scritta a regola d'arte, questo è il libro per voi.

Stelle: 2/5
Totale libri letti: 19

Buona lettura!



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